Pensieri con vista.

 

Guardavo mia madre in questi giorni, sempre più affaticata dal peso degli anni e dei fardelli che è stata, ed è, costretta a portare, e nonostante tutto la sua autoironia a volte è spiazzante. Se io mai avessi un decimo della sua forza potrei ritenermi una persona fortunata. Forse è per questo che sono diventata una maga del divertissement: per non dover sentirmi sempre e costantemente inadeguata al confronto.

Eppure c’è chi pensa che io sia una donna fortissima (me lo disse una volta anche mio nonno) e vengo addirittura ammirata per questo. In parte lo sono, ma sicuramente non tanto quanto mia madre.

Noi donne siamo esseri assolutamente affascinanti: possiamo essere estremamente forti e combattive, eppure le donne forti sono paradossalmente fragili: scendono a patti con il mondo, lo sfidano, ne escono a volte vincitrici a volte sconfitte da ogni lato, ma ricominciano sempre da capo. Non è lo stesso per tutte, ma c’è un punto, un piccolo punto lì nella loro armatura che se viene toccato ci si ritrova improvvisamente nude e… puff… crolla tutto.

Ci sono volte che mi sorprendo a pensare di essere stata sfortunata, che alle persone normali non capitano certe cose e che la vita è una grandissima stronza che si diverte a sfotterti in ogni maniera possibile. Me ne vergogno immediatamente, perché è sorprendentemente falso. E’ solo il terrore che parla per me. Certo, ognuno ha i suoi problemi, e i nostri ci sembrano sempre più grandi e insormontabili proprio perché sono nostri; eppure i problemi sono tutti risolvibili, in caso contrario non sarebbero problemi, perché lo statuto stesso di un problema implica che esso abbia anche una soluzione. E la variabile x, che muta e che fa la differenza, è l’atteggiamento di fronte ad essi.

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